(Listenable Records) Forti di una ultra ventennale carriera (sono attivi dal 1988), tornano i veterani Acheron, tra i prime movers della scena death metal floridiana, con esperienze live con bands del calibro di Death, Morbid Angel, Immolation, Nocturnus. Questo nuovo album li vede percorrere, imperterriti e coerenti, gli stilemi che hanno caratterizzato tutta la loro carriera, ossia, un death metal old school, con forti influenze doom, repentine accelerazioni e tematiche anticristiane. L’opener “Daemonum Lux” parte con un riff lento, oscuro, doom, di scuola Candlemass, poi accelera vertiginosamente, rallenta nuovamente per poi sfociare in un mid tempo in puro stile Mercyful Fate. “Satan Holds Dominion” è decisamente più feroce, la velocità si alza notevolmente, blast beats, armonizzazioni (notevole il tasso tecnico di tutta la band), bridge rallentato, cadenzato, intervallato da grandi assoli. In “Raptured To Divine Perversion” si sentono palesemente i richiami ai Mercyful Fate, tra le band che hanno influenzato maggiormente gli Acheron, sia dal punto di vista musicale che concettuale. “Jesus Wept (Again And Again)” si apre con un riff slayeriano, poi rallenta in corrispondenza del refrain, segue un riff monolitico, cadenzato, sostenuto dalla doppia cassa, ripartenza col riff iniziale, poi cambio di tempo, lento, marziale, fino a fine canzone. “Thy Father Suicide” è monolitica, dal riff terzinato, ricca di assoli che migliorano l’esito di questa song, davvero un po’ troppo ripetitiva. La consapevolezza di avere eccellenti doti tecniche fa si che a volte indugino troppo, dilatando brani che accorciati di un paio di minuti, risulterebbero sicuramente più immediati senza il rischio di far sbadigliare l’ascoltatore. Non a caso, i tre brani conclusivi sono i più brevi e avvincenti del disco, evitando di annoiare, cosa che i brani precedenti rischiavano di fare. Eccellente la produzione ad opera di Dan Swano, per un album curato, suonato ottimamente ma, in certi punti un po’ prolisso.
(Matteo Piotto) Voto: 6,5/10