(Symbol Of Domination) Ecco un caso in cui il nome del gruppo è la descrizione perfetta della proposta musicale. Difficile classificare questi russi, in quanto han scelto di mischiare un po’ tutti i generi, finendo per non farne nessuno nello specifico. La componente Doom è molto forte, mi ricordano i primi Reverend Bizarre anche se vagamente, così come la componente Ambient. Alla fine si potrebbero pure collocare nell’ambito Black se non fosse che una traccia qua e là è chiaramente ispirata ai Depeche Mode più robusti e acidi. Un disco vario, non c’è che dire, che ha il pregio di lasciare basito l’ascoltatore, senza alcuna precisa coordinata musicale. La voce è molto Rock, semplice mi verrebbe da dire, resa aliena dalla particolarissima lingua russa che sovente viene utilizzata nelle liriche. Basso e batteria sono ispirati ai suoni anni ottanta, così come la cadenzata batteria…Tutto nella norma insomma. Invece no, per nulla. Certe tracce sono fin troppo ipnotiche e stranianti, quasi delle cantilene beffarde che ammaliano e confondono, così come la musica in generale in questo disco… Ma non è forse un pregio lo sfuggire dalle catalogazioni? Speriamo almeno fosse l’intento iniziale del combo.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 8/10