(Autoproduzione) Davvero bravi questi ragazzi messicani. Autori di un thrash che assume tinte crossover e dalle movenze frizzanti, anche grazie all’inserimento di percussioni e strumenti a fiato (tromba e sassofono). Ritmi latini e non, escursioni jazz, atteggiamenti progressive, tirate tribali ed etniche spuntano in ogni angolo del tessuto metal. Il risultato è quello di tenere lontane noia, prevedibilità e cali di tensione. “An Uncertain Collision” avanza per 40′ senza perdere colpi e tenendo alto il coinvolgimento emotivo dell’ascoltatore. Non si può ascoltare questa musica senza evitare di portare il ritmo con parti del corpo. Forse è proprio questo l’aspetto che prevale in questo album, ovvero il ritmo. Batteria dallo stile metal e jazz, le percussioni e gli stessi riff in alcuni casi scandiscono a tempo le sonorità ed ecco che tutto quanto diventa un ritmo fluente ed elettrizzante. Gli Acrania sono musicisti ben preparati, lo stesso Alberto Morales con il basso è in continua elaborazione di note e ritmi, inoltre Luis Oropeza e Félix Carréon sono le due chitarre, solista il secondo, che esercitano le proprie abilità anche alla voce e tromba, Luis, e sassofono, Félix. Solo nel caso di “Vallàrta Night” e “Revolutions & Tequila” gli Acrania lasciano il metal per fare posto ad un tipico sound del proprio paese e con la tromba in evidenza, in “Vallàrta Night”, e a ritmi tribali e tipici di quelle latitudini, nel caso dell’altro pezzo. Il resto è metal innovato, cambiato, ospitante forme e sonorità accattivanti. “An Uncertain Collision” è un lavoro ben riuscito, ma le prime quattro canzoni sono davvero fulminanti e “Now” è lo zenith compositivo per i Messicani, vista la coesinone di stili tra fusion, metal ed etno-tribal. Un momento dell’album davvero “mostruoso”. Un atto progressive avvincente, acceso e vivace. Un secondo album per gli Acrania realizzato autonomamente e chissà che finalmente qualche etichetta si svegli e offra un supporto importante a questi meravigliosi metalheaders.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10