(Kapitän Platte) Musicisti di alto livello dalla Norvegia. Musica strumentale, lounge e lo-fi di qualità stupefacente. Musica emozionale, stimolante, provocante e maledettamente sensuale. Quaranta minuti di vibrazioni sonore, ricche di dettagli, lontane dal rock più classico e puro, lontane dalle distorsioni. Armonie sonore eccitanti, quasi erotiche. Linee di basso ricche di groove, organi, drumming pregno di ritmo ossessivo ma rilassante, chitarre intense, chitarre lap-steel, teorie sonore geniali. Musica che ipnotizza, prima di invitare al movimento, all’abbandono, concetti che stanno molto prima del ballo, molto prima ti tante altre cose. La title track è pura pulsazione, provocante oscillazione. Contatti cosmici da mondi ben al di fuori del sistema solare con “Echo Echo Echo Ech”. Impossibile non pensare a Sam Gopal con “Lone Stranger”, un Sam Gopal incrociato con un Chris Isaak in abito lounge dub. Fremiti tribali con “Buildings As Tall As Roofs”, magie tra The Doors e Hawkwind con “Eureka”, incantesimi che potremmo trovare in qualche incarnazione dei Circle con “Lavalamps”, prima della favolosa e conclusiva ”Cruise Control”, brano nel quale le ipotesi sonore degli ATS trovano conferme che sfuggono attraverso spiragli di evoluzione synth, varchi di espansione moderna. Dal rock in avanti, cavalcando quello psichedelico, fino all’etnico, al folk e all’atmosferico, in una visione personale ed estremamente originale. Il titolo è ispirato da un edificio, una casa nota con lo stesso nome, un posto disperso in un punto non ben precisato del sud ovest della Norvegia. E come la posizione di questa casa, le sonorità della release si confondono, si nascondono, si celano, si abbandonano al mistero ed appaiono con un fragore intenso, sublime, ed infinitamente eccitante.
(Luca Zakk) Voto: 9/10