(Xenokorp) Se si dovesse descrivere con un unico aggettivo ciascun sottogenere del metal, di sicuro sarebbe un lavoro semplice con il brutal. Di fatto il nome del genere esaurisce in un unico termine tutto ciò che il genere stesso rappresenta: ugole sofferenti e sanguinanti rabbia, batteria in perenne stato di agitazione parkinsoniana, riff talmente tirati da creare danni strutturali agli apparati uditivi e un basso che se suonato bene dona ancora più profondità, già mediamente alta del suono. I francesi qui recensiti non sembrano voler minimamente stravolgere il genere e di fatto propongo un brutal molto americano nello stile, poco epico confronto alle solite uscite europee. Questo si riflette su una durata media piuttosto esigua delle tracce e un suono diretto, senza fronzoli e orpelli vari. Tuttavia, va riscontrata una debole nota melodica presente soprattutto negli assoli. Pesanti eppure vagamente riconducibili ad una certa tradizione europea, i soliloqui della chitarra donano una sottile vena addolcente che comunque non snatura l’opera nell’essenza. Un disco onesto che non vuole cambiare le cose… per fortuna.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 7,5/10