(ConSouling Sounds) Adoran prende vita con Aidan Baker (Nadja, Whisper Room, BBS, Caudal) e Dorian Williamson (Northumbria, Holoscene), i si cimentano con due lunghissime composizioni che sembrano un sludge-doom fatto da Scorn, Godflesh e Melvins, con la differenza che ad esibirsi c’è una batteria vera, quella di Baker, e un basso che sembra la parola di Dio nel giorno del giudizio. Quasi un’ora di ritmi calmi o impetuosi. Un flusso sonoro coinvolgente e che vive di alti e bassi, di pause e di impennate. Serpeggiano melodie in questa fiumana di suoni, ma sono dai toni lugubri, psichedelici, grigi. Ascoltare gli Adoran è come l’affrontare un viaggio cerebrale: i neuroni partono per percorsi scivolosi o ristagnano in meandri ombrosi. Non si può scrivere molto su un lavoro del genere, il quale è molto singolare nella sua essenza, strutturalmente dilatato, ma è una necessità di questo sound. Il mastering è di James Plotkin. Non so quanti potranno entusiasmarsi su un lavoro del genere, ma di certo chi naviga in territori così sperimentali o insoliti che siano troverà materia sonora più che soddisfacente. Un’ultima cosa, l’album è disponibile in sole 750 copie.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10