(Dying Sun Records) Debutto ricco di male per i canadesi Aedh, one man band fondata nel 2012. Quaranta minuti su quattro tracce estreme, con sonorità sporche ed underground ma anche atmosferiche ed evocative. La opener “Héraults De L’éclipse” non prende prigionieri: tremolo tirato, drumming presente ma rumoroso, sporco… con i piatti a tutto volume ed il resto dei pezzi confusi sotto un vocalist che emana screams deflagranti, spietati, pieni di dolore e odio. Sotto a tutto pulsazioni schizoidi di un basso confuso nel massacro sonoro intenzionalmente prodotto… un massacro che dentro la devastazione lascia percepire l’acre odore di una atmosfera vicina alla depressione. Molto coinvolgente “Le Bourreau Incarnat”: il livello melodico si innalza diventando epico ed offrendo una maggiore cura, tanto che basso e chitarre prendono una dimensione chiara, sempre torturata da un drumming piacevolmente antico, primo black nordico, primi esperimenti di adorazione del demonio. Il pezzo, nella sua lunga durata, offre parentesi intense, dove l’atmosfera diventa elettrica, la ritmica ossessiva (headbanging garantito) e la direzione ancor più depressa, verso una fine lenta e torturata da laceranti ferite. Lunga e brutale, specie nel reparto vocale “Citadelle De La Nuit (Caer Arianrhod)”, canzone che riesce ad evolvere verso un epico-avvilente ai confini con il depressive più estremo. La conclusiva “La Lance et le Soleil” è più essenziale, con riffing di stampo thrash, quasi ad evocare le primordiali forme di black metal, prima ancora di chiamarsi “black metal”. Album sporco. Viscerale. Vicino ai livelli di qualità un demo. Un problema? Se fosse metallo melodico, sarebbe incomprensibile e di pessimo gusto. Ma questo è black. Black Canadese. Con una impostazione che rappresenta il totale trionfo dell’annichilamento.
(Luca Zakk) Voto: 7,5/10