(Sliptrick Records) Terzo disco per la band che proviene dall’Isola di Man, luogo noto per eventi sportivi estremi (motociclismo) e non certo per bands appartenenti al vasto mondo dell’heavy metal. “The Ghosts Of What We Knew” è un album ultra tecnico ma dannatamente potente ed efficace: i virtuosismi, per quanto ben evidenti, sono sempre concepiti per la resa globale, senza dimenticare l’energia trasmessa dai tre vocalist, capaci di alternare urla estreme a linee vocali pulite, sempre suggestive ed introspettive. Radici death metal, divagazioni elettroniche ed industrial, chitarre dirette e super melodiche negli assoli (basta sentire come rendono sula conclusiva “Collapse”): ecco che il quintetto spazia con naturalezza tra brani ‘normali’, con una durata ‘umana’ di quattro o cinque minuti, vedasi la suggestiva “Blood” o la modernissima “Circles”… fino a macigni diventi minuti come la complessa e misteriosa “Ghosts”, un brano che è un album dentro l’album stesso, rivelando a superlativa genialità della band da questa isola inglese. Un album immensamnte variegato, geniale, provocante, stimolante. Dento questa ora abbondante troverete di tutto: ogni dannato ingrediente in grado di aggiungere gusto, aggiungere sapore, iniettando divagazioni prog, violenze death, evoluzioni heavy 6 melodic metal; ma tutti questi ingredienti non sono certamente mescolati a casaccio… anzi, c’è intelligenza, c’è conoscenza, le ricette sono tutte grandiose, irresistibili, da esigere, da gustare, da scoprire. Da amare alla follia!
(Luca Zakk) Voto: 9/10