(Massacre) Un symphonic metal a due voci quello dei Aeternitas, con Olivier Bandmann e Almar Mathar. Un symphonic con situazioni in stile gothic, epic metal e qualcosa di power, con un incedere sonoro estremamente maestoso, grazie a melodie imponenti. Pesantezza tedesca in questo sound mal prodotto: le chitarre hanno una cortina sonora incerta a causa di una distorsione che non dà corpo, le rende piatte e al contempo estremamente sintetiche. Insomma, tastiere e parti orchestrali hanno uno spessore ben più ampio e forse a tratti troppo chiassoso. Ovviamente la batteria possiede un filtraggio forse eccessivo, ma in tutto questo clima della produzione di Henning Basse (Firewind, ex-Metalium), sono le chitarre ad essere troppo compresse. Il piano vocale ha il suo spazio Aima Mathar ha una voce perfetta per melodie leggere, passionali, tipo “Madeline”, non è quel timbro vocale adatto per una canzone degli Epica, per dire, il suo estro vocale è più sulle andature gothic e leggere e certamente Olivier Bandmann offre una buona serie di contrappunti e in clean vocals. Le melodie dei Aeternitas fanno presa da subito sull’ascoltatore, più ascolti poi permettono di farle proprie. I brani non offrono una grande elaborazione e anzi quasi si ha l’impressione di trovarsi di fronte a un lavoro che stilisticamente sembra uscito a inizio secolo. Il concept attorno a “La Caduta della Casa degli Usher” di Edgar A.Poe si fa sentire: è una trama portante contribuisce alla maestosità del tema che permea la musica, la quale appunto restituisce un immenso taglio melodico. ‘Melodia’, è questa la materia ben riuscita dall’operato dei Aeternitas, al contempo però “House of Usher” ha dei tratti troppo marcati ed è abbigliato di una produzione che forse tarpa un po’ le ali al progetto. Peccato, perché in fin dei conti i momenti coinvolgenti non mancano.
(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10