(DarkTunes Music Group) La band di Torino non è mai stata ancorata a schemi fissi, promuovendosi verso territori che confondono le acque del proprio sound. Aevum hanno toccato più stili in un album, ma il passo concreto verso forme insolite nelle proprie canzoni è anche dato da una ricerca del suono. L’elettronica per esempio, ha un suo peso nell’economia generale della musica. “Kaleidoscope” è di fatto un titolo che sottolinea proprio questa ricerca e creatività, attraverso un discorso opportunamente conciso, cioè poco più di mezz’ora di durata dell’album per nove pezzi totali. La durata ridotta è da un lato apprezzabile rispetto agli eccessi in fatto di tempo che si vedono in giro al giorno d’oggi, in cui si predilige l’immediatezza, dall’altro però induce a qualche riflessione opportuna. Purtroppo l’opener “D20” e la successiva “Be a Lady” non lasciano il segno, per accostamenti melodici e strutturali un po’ forzati, la prima canzone, e una cadenza tra metalcore e melodie gothic metal che non si allacciano in maniera naturale tra di loro e ancor meno dal punto di vista vocale. Brillante il crescendo di “Nightshade”, piacevole l’intermezzo electro-ambient “Dark Tunes” e stuzzicante l’electro-dance di uno dei quattro pezzi strumentali presenti in “Kaleidoscope”, cioè “Ashes to Ashes”. “Fog of Fear” è un ribollire ritmico e chitarristico e forse più riuscito della coppia d’apertura. “Inquisition” ricorda un pochino i primi Nightwish ma nel complesso è una buona canzone. Tuttavia arriva il momento della riflessione di cui sopra, perché inserire la versione strumentale di “D20” e quella di “Fog of Fear” nella tracklist? La presenza delle due canzoni oppure delle loro versioni strumentali, ci portano si circa alla durata di un album, al contempo però una delle due coppie comunica l’idea di un riempitivo che non offre nulla di più. “Kaleidoscope” poteva essere un buon EP.

(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10