(Selfmadegod) Sono passati un po’ di anni senza gli Afgrund, sei di preciso. Dal 2012 la band non è stata in silenzio, ma il successore dell’album “The Age of Dumb” si è fatto comunque attendere. Quarto album per il trio scandinavo, segnato da poco meno di venticinque minuti di grindcore intervallato da tirate di stampo crust e death. Grind di carattere svedese, eppure i Terrorizer sono dietro l’angolo. Un grind che non è marcescente, puntualmente scosso da atti punk, ma con qualche buon riff tenebroso alla maniera del death metal. Un sound comunque distruttivo, con atmosfere torbide e cavalcate violente. Un atto grind nell’animo, ma affatto semplice e basilare: gli Afgrund sviluppano qualcosa di elaborato e dai suoni oscuri e malsani. C’è un fondo di ignoto e tanta durezza in queste missive spesso brevi, infatti su dieci pezzi almeno sei non arrivano ai due minuti pieni. Gli Afgrund macinano rabbia e protesta, violenza e rigurgiti nichilisti in questo misurato lasso di tempo che è “The Dystopian”.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10