(Logic(il)logic Records) Esordiscono da Brescia, a poco più di un anno dalla fondazione, gli After Apocalypse, formazione che aspira a dire qualcosa di nuovo nell’affollato panorama gotico: il loro debut si compone di dieci tracce equilibrate, che non si perdono in virtuosismi sinfonici fini a se stessi e non eccedono in orpelli e durata. Interessante appare soprattutto l’uso del clarinetto in quasi tutti i brani. L’incalzante traccia autotitolata, che fa anche da opener, si basa su delle belle tastiere gotiche e sul contrasto fra il cantato operistico di Elena e il growling profondo, molto più della media del genere, di Vargahr. Devo dire che però questo contrappunto non è sempre riuscito: in “Insight” viene spinto al massimo e, almeno a parere di chi scrive, diventa stridente. Ansiogena, ma a tratti anche epica, “Dark Side”, in cui sono sempre le tastiere versatili e il clarinetto a farla da padrone. Tre minuti di classe con il gothic/power di “Glorious Way”; finalmente chitarre, moderne e scattanti, in “One Day”, dove però nuovamente il growling mi sembra poco adatto all’impianto sonoro. So che il gothic più antico, di area inglese soprattutto, usava queste tonalità, ma lo faceva su un tappeto sonoro doom e plumbeo, non così squillante e boombastico… direttamente dagli anni ’90, con delle keys fiabesche e teatrali, “White Page”; potente e barocca “Mechanical Mask”, un pezzo sovraccarico e potente, ma che riesce bene a tenere insieme le sue mille sfaccettature. Mi sembra che gli After Apocalypse debbano soltanto dosare un po’ meglio le proporzioni: cedere al lato oscuro o alleggerire i toni? Io personalmente caldeggerei la prima ipotesi, ma trovo che gli ingredienti del sound vadano ancora calibrati al meglio.
(René Urkus) Voto: 7/10