(Red Cat Records) La band nasce tra i banchi di scuola con Alice Taddei alla voce, Elia Giorgi e Gabriele Coppola alle chitarre, Alessia Lodde al basso e Filippo Di Martino alla batteria. «’AGAPE’ è nato dalla combinazione delle iniziali dei nomi dei membri della band e in inglese significa ‘rimanere a bocca aperta’». Avviano così il proprio percorso questi ragazzi di Firenze, nel quale fino ad oggi ha compreso anche una buona quantità di date dal vivo. Un esordio discografico, attraverso la concittadina Red Cat, è anch’esso parte del suddetto cammino. Agape si lanciano in un hard rock grintoso, fresco e contaminato anche dal rock and roll, con voce femminile, chitarre che pronunciano riff nei quali si avverte qualche sporadico rimando alla grinta dei primi AC/DC, Rolling Stones, la solarità di Joan Jett e senza andare troppo in là nel tempo, si pensi anche ai Reef. La canzoni presentano dei riff portanti che sostengono l’andatura dei pezzi. C’è anche un uso degli assoli, dalle fattezze semplici ma efficaci che aggiungono melodie all’economia generale delle canzoni. Otto pezzi in totale per un album di trenta minuti, la scelta di contenersi su un minutaggio affatto elevato, sia nei pezzi singoli che nel totale nella durata di “Mind Pollution”, è realisticamente intelligente. Un messaggio essenziale, senza debordare nella musica presentata, rimanendo legati all’essenza del proprio lavoro, cioè il rock diretto e genuino. “Mind Pollution” si assimila immediatamente con i suoi momenti esaltanti come “Uranium-238”, la canzone migliore dell’album, però il trittico iniziale che vede l’opener e singolo “The Spark”, ovvero un’istantanea sullo stile della band, la seguente ed ‘acdciana’ “Mind the Gap” e “Gaia and Theia”, sono i momenti più interessanti dell’album. Non si vuole nascondere che qualche canzone appare meno graffiante delle succitate, ma non si può altrettanto nascondere che anche queste non rivelano né una band con poche idee, né con intenzioni pretenziose. Alice Taddei e compagni esordiscono con un rock energico, ruggente e dalle sembianze di diversi decenni fa, suonandolo con una giusta grinta e consapevolezza che, vista l’età degli esecutori è incoraggiante.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10