(Nuclear Blast) Gli Agnostic Front stanno all’hardcore come gli Slayer al thrash. I loro album hanno contribuito alla crescita del genere e dato vita a tanti figli putativi. Attivi tra gli anni ’80 e i primi dei ’90, nel 1997 firmano con la Epitaph per rimettere in marcia i propri anfibi. Vinnie Stigma e Roger Miret, chitarra e voce, dopo la Epitaph si accordarono con la Nuclear Blast per pubblicare tre album in otto anni. I primi due sono appunto “Warriors” nel 2007 e “My Life My Way” nel 2011, oggi riproposti insieme nella “Classic Series” dell’etichetta. “Warriors” ha un suono compatto e realizzato con un songwrting essenziale, forse non scontato ma messo a punto con mestiere. Tuttavia ‘funziona’, è un album che scorre e induce a scuotere la testa e a far salire il tasso di adrenalina. Il manifesto “For My Family” («For my family for my friends/for those that we’ve lost I sing/this is a message, this is for you/never forget the lower east side crew!») è quanto gli Agnostic Front sanno essere: coinvolgenti, diretti e agitati. Un album ‘comodo’: i riff partono e si sa dove finiranno, la cosa non è una condanna e neppure un motivo per glorificare quanto Stigma e Joseph James, le due chitarre, mettono in piedi. È soltanto una riflessione sul modo con il quale la band tiene l’ascoltatore su un terreno a lui conosciuto. In fin dei conti è meglio una “Outgraged” rispetto a tanto hardcore che si sente in giro in questo nuovo millennio. Sono pur sempre gli Agnostic Front! “My Life My Way” non è male. La semplicità questa volta è mascherata da un produzione che un po’ gonfia i suoni, ma al contempo appiattisce le chitarre: responsabile di ciò è Erik Rutan, produttore per band come Cannibal Corpse, Malevolent Creation, Massacre e tanti altri. Lasciano il segno “A Mi Manera”, cantata in spagnolo, il ciclone “That’s Life” e “Until the Day I Die”, il thrash di “Your Worst Enemy”. In buona sostanza per questi due lavori si può affermare che questi sono gli Agnostic Front, questo è hardcore e il resto che c’è in giro non lo è. Questo fa la differenza.
(Alberto Vitale) voto: 7/10