(Electromantic Music) I prog rockers Ainur si dedicano da anni allo smisurato compito di mettere in musica “Il Simarillion”: questo “The lost Tales” ripresenta dieci pezzi della loro discografia rivisti in chiave acustica e tre inediti. Tuttavia, la bellezza e l’unitarietà dell’album permettono anche a chi non sia familiare con le loro precedenti uscite di accostarsi senza problemi a queste ‘rivisitazioni’, che sembrano tutte brani scritti ex novo. Vediamoli in dettaglio! È esaltata dai dolci toni acustici la gioia soffusa di “The Beginning of Days”; meravigliosi anche i toni fiabeschi della prima parte “The Fall of Gondolin”, e dalle mie limitate conoscenze tolkeniane desumo che il brano originale dovesse avere, nella seconda metà, un tono ben più drammatico. Ecco, forse se c’è un piccolo limite al disco è questo: le parti più ‘pesanti’ e sostenute (penso in particolare a quelle che tradisce la lunga “The Time beyond”) sono necessariamente presentate, in chiave acustica, su ‘scala ridotta’, e perdono un po’ del proprio appeal; è per questo che le rivisitazioni convincono maggiormente quando si spinge sul lato folk e/o cinematografico della musica della band. Funzionano quindi i toni a tratti orientaleggianti di “Glaurung’s Death”, la teatralità di “Tol Morwen”, e soprattutto “Return from Death”, che si concede addirittura il flauto di pan e un pianoforte dai toni jazzati. Un viaggio nella Terra di Mezzo che consiglio a tutti gli appassionati del fantasy e della buona musica.
(Renato de Filippis) Voto: 7,5/10