(High Roller Records) Quarto album per Air Raid, band che insieme ad altri act quali Enforcer, Ambush e Screamer porta in alto il vessillo della cosiddetta new wave of traditional swedish heavy metal. Come è ormai tradizionale per la formazione scandinava, nuovo album e nuovo cambio di line up, con l’arrivo di Jan Ekberg al basso e William Seidl alla batteria. Non cambia più di tanto, fortunatamente, lo stile proposto, ossia un metal roccioso, fieramente ottantiano, anche se un po’ meno teutonico e più inglese nell’approccio, con gli Air Raid che non dimenticano però di essere svedesi, con quel tocco di melodia e tecnica tipicamente scandinavo, figlio degli Europe più heavy e del Malmsteen degli anni d’oro. Basta ascoltare brani come “Lionheart” e “Sinfonia” per rendersi conto dell’influenza che sua maestà Yngwie ha esercitato su questi giovani musicisti. “In Solitude” strizza l’occhio al class metal dei Dokken, con riff più cadenzati e linee vocali al limite dell’AOR, enfatizzate da una spruzzata discreta -ma d’effetto- di tastiere. Un album volutamente retrò, che trasuda passione e dedizione per un genere che è ben lungi dal poter essere definito come ‘morto’ o ‘sorpassato’.
(Matteo Piotto) Voto: 8/10