(Autoproduzione) Disponibile soltanto in digitale, ma anche per il free download (Wave QUI, Mp3 QUI), “Home in Decay” è il debut sulla lunga distanza dell’artista tedesca Ajana, che fiera della propria indipendenza musicale gestisce i propri progetti soltanto con l’aiuto di sessionmen. “Air”, che apre le danze, ha un andamento gothic piuttosto lento, direi influenzato dal doom, e d’atmosfera; non mancano i cambio di tempo, ma l’inglese della polistrumentista è forse troppo influenzato dalle sue origini nazionali. “Carrion” ricostruisce pure atmosfere alla My Dying Bride, mentre in “Not to be” funzionano la batteria stentorea e gli inserti d’organo, ma ancora una volta quello che non va sono le linee vocali. “Recreate” ha un ritmo più sostenuto, e il brano gira bene anche per la sua brevità (esattamente tre minuti); “A mine’s End” si affida invece a toni sognanti, in parte affidati al glockenspiel o ancora all’organo e alle chitarre acustiche. Arriviamo così ai quasi dieci minuti di “Homeless”, sospesi fra suoni alla Anathema (era “Natural Disaster”) e rimandi psichedelici addirittura alla Mike Oldfield se non alla King Crimson: il brano risulta decisamente lisergico, ma le evoluzioni delle keys non sono sempre gradevolissime. I buoni spunti non mancano, in questo mix gothic/doom/prog (se proprio volessimo dare una definizione), ma Ajana a mio giudizio deve ancora maturare. Una strana curiosità: i testi del booklet sono praticamente illeggibili a causa dei colori troppo intensi degli sfondi!
(Renato de Filippis) Voto: 6/10