(Possession Productions) Sono convinto che sia altamente nocivo citare la presenza di nomi famosi in un gruppo, perché il valore mostrato deve sempre misurarsi senza paragoni con i gruppi di origine e la band deve sapere reggersi con le proprie gambe come prerogativa per un possibile futuro. Quindi non andrò a dire chi suona in questo combo, ma vi basti sapere che i nomi sono piuttosto grossi. Fatta questa doverosa premessa, cominciamo col dire che gli Akem Manah fanno Doom. Anzi, fanno Doom di qualità, per la verità si parla di qualità davvero alta. Nove tracce dove solo apparentemente si cerca di scimmiottare i Sabbath più pesanti. Perché dopo la prima canzone si capisce che qui le cose sono decisamente più pesanti e oscure. Ecco quindi nove tasselli sonori che dietro ad una facciata fatta di copertine e titoli piuttosto pacchiani racchiude musica vera e sentita, dove la componente esoterica risulta molto forte. La voce è tra il Death e il Black, ma la chitarra è decisamente di sabbatiana memoria. Basso e batteria scolpiscono tempi distesi al punto giusto, tanto per cadenzare le nenie che vanno a costituire le liriche del lavoro. Un disco che può tranquillamente essere comprato da chi è appassionato di Iommi e soci come di chi segue il verbo del Black. E scusate se è poco.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 9/10