(Satanath Records / Dark Terror Temple) Band americana, etichetta russa e suoni… mesopotamici! Il quarto album degli Akhenaten, il duo dal Colorado, è tutt’altro che semplice, anzi, risvolti di death metal tecnico e melodico che si fondono pregevolmente con sonorità dal gusto medio-orientale, divagando in un concetto di folk palesemente sommerso nei meandri oscuri del death. I loro brani sono tutti orientati al folklore rituale e religioso della zona ‘middle-east’ del pianeta, tanto che il loro stesso moniker è legato al nome di un faraone eretico (in quanto monoteista) e nella loro carriera sono anche comparsi nella compilation “Oriental Flavors Volume 1” della Misantrof Records (2014). Il nuovo lavoro segue il discorso concettuale del precedente “Golden Serpent God”, continuandone la saga, esplorando i misteri delle ‘Tavole di smeraldo’ di Thot, testo sapienziale che secondo la leggenda sarebbe stato ritrovato in Egitto, prima dell’era cristiana, il documento più celebre degli scritti ermetici attribuito a Ermete Trismegisto, dagli egizi riconosciuto nel dio Thot. Subito inquietante e drammatica “Neferkapta’s Tomb”, teatrale “Halls Of Amenti”, oscuramente seducente la divagazione etnica di “Of Emerald And Alchemy”. Melodia intensa ed un groove travolgente su “A Hybrid Of The Gods”, brano al quale viene dato un intenso spazio all’ottima chitarra solista. Intricata e tagliente la lunga “The Atlantean”, mentre quel connubio tra death e folk viene esaltato al massimo su “The Black Land”. Seducente “Tabula Smaragdina”, pungente “Priests Of The Jackal”, prima dell’epilogo rappresentato dall’apocalittica “Fall Of The Living Gods”. Con ospiti Josh Dummer (Buried Realm), Stuart Hetzler (The Boston Molasses Disaster) e Nation Sampino (A Belt Above Black), “The Emerald Tablets Of Thoth” è un album coinvolgente ed ipnotico. Aggressivo ma suggestivo. Un album capace di rivelare dettagli, risvolti e… nuovi misteri, ascolto dopo ascolto.
(Luca Zakk) Voto: 8/10