(Is it Jazz? Records) Se questa etichetta figlia della Dark Essence è nata per dar voce e spazio discografico a tutte quelle band rock e prog con marcate tendenze jazz, tendenze sempre suggerite, spesso esplorate ma mai totalmente abbracciate, ecco che con il debutto di questo ottetto si rompono gli indugi, vengono demoliti i confini, quei ponti che permettono di stare un po’ da una parte ed un po’ dall’altra. “Do You Dream in Colours?”, finalmente, è puro, dannato, destabilizzante, erotico e fantasioso jazz! A capo di tutto Aksel Røed, capace di reclutare amici provenienti da altre bands per mettere in piedi un gruppo nel quale tutto e nulla è definito, tutto e niente è prevedibile, perché ogni dettaglio viene pensato, ideato ma poi lasciato completamente libero di navigare nelle tempestose ma affascinanti acque dell’improvvisazione. Dubito che questa band possa replicare questi cinque brani dal vivo in modo simile a quello presente in questa registrazione… la quale, sicuramente, suonerebbe completamente diversa se venisse registrata nuovamente, anche a pochi giorni o poche ore dalla registrazione originale. È questa la magia, è questo il fascino di questa musica assolutamente libertina, paurosamente geniale, incredibilmente complessa. Basso che segue percorsi personali ed indipendenti, mentre il ritmo viene sconvolto da un drumming ricco di divagazioni, progressioni e teorie emozionali. Il piano e i tanti fiati, sassofono in primis, dipingono un’atmosfera viva, pulsante, quasi una entità che esiste, respira e si muove con la cinica casualità sincronizzata dell’espressività di ogni strumento. Improvvisazione elevata ad un livello artistico superiore. Otto grandiosi solisti che, un po’ per caso ed un po’ per dono naturale, riescono, ciascuno per conto suo, a suonare un qualcosa di assolutamente virtuoso il quale, incredibilmente, diventa irresistibile quando affiancato alle altre imprevedibili partiture. Questa è maestria. Questo è genio. Questa è pura arte.
(Luca Zakk) Voto: 10/10