(High Roller Records) Un paio di anni fa fecero un singolo. Timido debutto nel mondo della musica. Dati i contenuti stranissimi ricordo elogiai quella scelta e alla fine della recensione scrissi “Un sapiente concetto che mescola heavy e power con trip mentali, pseudo dance del passato e una visione del suono non appartenente a questo pianeta.” (qui). Ed ora non è cambiato nulla. Per fortuna. C’è sempre Chris Black (Dawnbringer) alla voce e gli altri due tizi finlandesi. C’è sempre una tendenza alternative. Una componente dance. Un qualcosa di metal/doom. Francamente con questa roba non è chiaro se pogare o -forse- ballare. Non è nemmeno chiaro se bere o farsi con droghe chimiche da trip elettronico. “Paranoia” è una cosa assurda che riesce ad essere metal ma anche NON metal. Subdola “Gone Again”. Energetica “Stop Fooling Around”. Travolgente “Too Young to Die”. Metal e post-”quel che vi pare” su “Six Silver Suns”. “I Was the Son of God” è electro doom, mentre “Something Nasty” è un osceno incrocio tra alternative, pop, Europe anni 80 e volgarità dance-digitali. Capolavoro di ossessioni melodiche in chiave digital pop metal con la fantastica “Where is Home”. Superba la title track. “Paranoia” è pazzesco, schifosamente magnetico, capace di nascondere tendenze pop in alchimie alternative, divagazioni da ampio pubblico in misteri e oscurità doom.
(Luca Zakk) Voto: 8/10