(Shaytan Productions) Giunge allo stato della perfezione la band saudita Al-Namrood con “Worship the Degenerate”. Le chitarre articolano riff e fraseggi che tirano in ballo le tipiche melodie del Medio Oriente attraverso un piglio black/blackened. Chitarre valorizzate dalla produzione, la quale non smalta i suoni lasciandoli ruggire in maniera fragorosa. Notevoli i pattern ritmici, arricchiti da esotiche percussioni, che risultano articolati e a tratti anche impostati come un contrappunto alle andature delle sei corde. Nel caso della batteria però la produzione è stata meno avveduta, la batteria con i suoi volumi sembra infatti assorbita dalle tempestose chitarre. “Worship The Degenerate” è un grosso passo per Al-Namrood anche per via dell’integrazione di un nuovo cantante Artiya’il, il quale aggiunge valore alle dinamiche dei pezzi. Artiya’il genera uno scream duro e nervoso che assalta le melodie dei pezzi e crea un contrasto micidiale. Melodicamente però “Worship The Degenerate” è la summa del pensiero musicale proposto dai Al-Namrood: il rielaborare tematiche sonore tradizionali della propria terra, per una versione metal e soprattutto black metal, raggiunge ora un senso compiuto. L’innesto di strumenti tradizionali che elevano l’effetto melodico, come in “Eclipse” per esempio, restituiscono un significato quasi ancestrale alla musica della band. Sei pezzi, dei quali “Free Will” è totalmente ‘ethno-folk’ perché suonato con soli strumenti tradizionali e qualche synth, in quasi ventisei minuti edificano una tempesta sonora che sembra provenire da terre lontane e avvolte da leggende immortali. Al-Namrood si traduce in ‘il non credente’ e deriva da un antico sovrano babilonese, dai modi da tiranno che volle ribellarsi a Dio e sfidarlo.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10