(Schwarzdorn Production) Album d’esordio per Beleth e Alastor, pubblicato nell’ottobre dello scorso anno. Beleth è multistumentista ed è attivo in progetti solisti mentre Alastor è cantante e proviene dall’esperienza con i Zarathustra. Tedeschi e votati al black metal con qualche vaga influenza hardcore, suonano soprattutto con andature ritmiche orientate sul mid-tempo o anche meno. I pezzi arrivano da una produzione attenta e forse anche troppo. Ogni strumento è ben percepibile e le sue frequenze ben inquadrate nella gamma finale che porta l’onda della fiamma nera all’ascoltatore. Per quanto sia un black metal di tipo ruvido, Alastateh hanno un certo ordine nei suoni che li porta ad esprimersi con chiarezza. Chitarra granitica, fredda, voce in uno scream che versa nel ringhiare e un basso che determina la sua profondità al tutto. Melodicamente interessanti, pur con un tema portante che avanza per ogni pezzo e con al massimo una variazione sostanziale. Qualche sovraincisione, come l’arpeggio in “…Still Wondering” o la chitarra che viaggia su una elodia accompagnata dalla ritmica, come in “Faded Glory”, ma sono poche cose rispetto alla monoliticità della band. “The Nihilism of Alasteth” è il black metal reso meno sanguigno ma al contempo fedele alla sua natura sfrontata. La produzione è stata oculata, su un songwriting che reitera sé stesso in ogni pezzo, pur tentando di andare su melodie a volte epiche, il più delle volte solenni, rituali. Primordiali gli Alasteth nel suonare in quel modo che va dall’inzio alla fine quasi completamente identico, tranne forse nelle battute finali delle diverse composizioni.

(Alberto Vitale) Voto: 6/10