(Any and All Records) Alberto Rigoni è un bassista trevigiano molto esperto e molto apprezzato: il suo curriculum è lunghissimo e le sue collaborazioni esulano dall’ambito strettamente rock/metal. Questo “Overloaded” è il suo quarto album solista e allinea nove piccole gemme strumentali che catturano e convincono… il nostro fa sapere che questo è il suo disco più ‘duro’, ma siamo comunque di fronte a musica che, a mio parere, convincerà più gli amanti dei Marillion che quelli dei Symphony X! Dopo la intro “What’s on your Mind”, in cui il basso di Alberto comincia a pulsare, c’è subito la titletrack: una passerella di stile, gradevolmente intellettuale e con un bel respiro da grande progressive metal (soprattutto nel finale). Otto minuti che scorrono via lisci grazie a un innato gusto per il songwriting. I suoni si colorano di riverberi ed elettronica in “Chron”, mentre “Floating Capsule” privilegia toni acustici e pacati, che però riescono contemporaneamente ad avvolgere l’ascoltatore. “Ubick” è il regno del cambio di tempo e di registro, ed è sorprendente come il basso di Alberto sia (quasi) sempre in primo piano senza mai perdersi in parti soliste fini a sé stesse. Arriviamo così all’altrettanto ricca “Liberation”, che alterna passaggi da colonna sonora di una sofisticated comedy ad altri di fluviale prog alla Rush. Quarantuno minuti non sono moltissimi per un disco di questo tipo, ma Alberto ci sa decisamente fare; la sua è una musica trasversale e godibile praticamente da qualunque pubblico, quindi dategli una chance anche se il vostro genere è il raw black metal!
(René Urkus) Voto: 7,5/10