(Iron Bonehead) Atmosfere dannatamente oscure. Perverse. Deliziosamente sataniche. Sono tedeschi, sono in due e sono al secondo disco: vantano una voce calda, che ricorda vagamente Peter Steele nelle parti più intense, ma che risulta capace di scatenarsi, di gridare, di approcciare il growl. Musicalmente siamo in pieno territorio gotico e doom e nonostante ci siano immense differenze ricordano gli italiani Abysmal Grief (senza comunque la componente delle tastiere dominanti), incrociati con i Tiamat… evidenziando similitudini vocali anche con Johan Edlund. Registrato in maniera impeccabile, capace di far vibrare i sensi dell’ascoltatore, questo LP (si, è un vinile!) regala tre quarti d’ora rituali, mai troppo delicati da essere definiti gotici, mai troppo brutali da appartenere ad un doom più integralista. Delicatamente inquietante “Fire Wings”, con il suo crescendo di intensità e atmosfera. Complessa e teatrale “Mictlan” dove le parti vocali guadagnano intensità e l’evoluzione della canzone trasporta coinvolgendo completamente i sensi. Ricca di riff ma anche di concetti liturgici “Feathered Snake” che chiude un ottimo il lato A del sensuale vinile. Il lato B apre con dolcezza, atmosfera, ricchezza di melodie soavi grazie alla tetra e quasi strumentale “Drowned”, mentre la seguente “Servants of Lights” coinvolge il doom sabbathiano e offre riff pesanti, letali, incisivi sempre incastrati in ambientazioni teatrali prive di luce. “Twist in my Sobriety” richiama nuovamente Type O Negative e Tiamat, con influenze Paradise Lost e chiude un ottimo disco, da ascoltare con intensità, immergendo i sensi in atmosfere strane, in equilibrio tra vita e morte, realtà e sogno, paradisi ed inferni, luce e totale oscurità.
(Luca Zakk) Voto: 8,5/10