(Eisenwald / Bindrune Recordings) Oltre cinquanta minuti di totale abbandono. Un disco che cattura, incanta, ipnotizza, conduce in un viaggio senza fine tra lande fiorite ed abissi oscuri. Terzo lavoro degli americani Alda autori di un black con massicce deviazioni trasversali verso un qualcosa che mescola ambient, folk, acustico, tribale il tutto in un tripudio melodico e mistico. Spiritualità e natura, un legame antico con la natura. Improvvisi passaggi tra un metallo pesante, tratti black ed arpeggi colossali che annegano la mente in un infinito bilanciato dall’istintiva saggezza delle forze della natura. Vocals laceranti che si alternano a clean anche corali. Magia piena di luce, poi immersa nelle tenebre. Musica. Arte. Creatività assolutamente libera e meravigliosamente fruibile, attraente, magnetica. Arte suprema, in una congrega di stregoni dove dominano anche Ulver o Agalloch. Arte suprema scaturita da sensazioni e concepita per alimentare le emozioni.
(Luca Zakk) Voto: 9/10