(Dark Essence Records) Una band mostruosa, come la copertina, come le intenzioni che sa portare avanti. Mostruosa come la sua musica. Svedesi, nati grazie a elementi di Vinterland e Maze Of Torment, piantano in questo CD un ammasso di riff, ritmi e voci che spaziano dal black metal al crust, ma fondendo questi due aspetti insieme, controbilanciandoli, dosandoli. Non è un black’n’roll, anche se in alcuni casi gli Alfahanne fanno proprio quello, ma un interagire tra tirate palesemente black metal che appaiono camuffate da un coltre di punk, di atmosfere quasi new wave o comunque oscure, con distorsioni crude e ruggenti, qualche spunto alla Impaled Nazarene e la partecipazione di Hoest (Taake), Niklas Kvarforth (Shining) e V’gandr (Helheim). “Alfapokalyps” si candida ad essere una buona sintesi dei generi estremi, ovviamente in particolare del black metal, pur risultando fruibile perché le linee melodiche sono ben delineate e avanzano senza mai snaturarsi, cioè niente cambia nella struttura dei pezzi i quali marciano possenti sulla loro linea e senza cambiare troppo l’andatura. Cruda, ruvida e irriverente band nordica con un sound spedito ed assillante, arroventato da distorsioni fredde e confuse che a volte portano alla mente Burzum era “Filosofem” e gli stessi Taake. Il concetto del black’n’roll è latente: echi di Satyricon di questi anni, deformazioni dei Carpathian Forest, Burzum, si ancora, gli Shining. I nomi sono diversi, ma la landa di provenienza è sempre quella nella quale il fuoco brucia perennemente e nebbie e tuoni avvolgono ogni cosa. Pehr Skioldhammer, voce e chitarra, crea liriche in lingua madre con un’interpretazione per niente black, assolutamente non punk, ma un cantato che ha i suoi momenti emotivi e la sua carica di energia. Un album inatteso e fatto da una band che si esibisce senza i dogmi del genere.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10