(ConSouling Sounds) Zomergem, buco delle Fiandre orientali. Interposto nel tratto che va da Brugge a Gent. Uno dei tanti paesini, di quelle parti, che terminano in “gem”. Un posticino tranquillo per viverci, perfettamente anonimo. Tuttavia, per parafrasare un film danese, “c’è del marcio in Belgio”. Questo marciume ha il nome di Alkerdeel, il quale ha un nome che cela quattro individui al secondo album in pochi anni. Allucinati, black metallers, perversi e cattivi nel sound. Gente con la quale non si scherza; il fatto di suonare un black metal del Burzum di ottima annata, dei Beherit, delle avanguardie con toni sludge comunque approssimativi, non lascia che pensare quanto siano fuori dagli schemi. Sound impastato, feroce, una sorta di notte piena di fulmini e pioggia. Una notte che rievoca lo spirito iniziale con il quale si mossero: all’inizio erano in tre e incidevano jam sessions con voce (Pede), batteria (Nieke) e chitarra (Pui). Poi arrivò un bassista (QW), ma nella sostanza le cose son cambiate poco. “Winterteens” esplora per oltre 13′ le profondità della mente, quelle che cortocircuitano con il male. “Horsesaw” lascia i precedenti toni alla Burzum e tocca le maledizioni dei primi Darkthorne e Beherit, senza dimenticare i Kvist ma in modo decisamente più sporco. “Hesspikn” ha dentro di se una filosofia di essere molto più sludge, noise, dark. E’ questo il momento più profondo e oscuro. Il pozzo nero dal quale la creatura si erge, danzando ad un ritmo in down-tempo. Cosa accade in “Du Levande” è indescrivibile. Tempi lenti, dissonanze distorte ed etichettarle diventa superfluo e sbagliato. Probabilmente è il sound che può accompagnare un’atrocità impensabile. Lo fa per oltre 20′. L’album è stato curato ad Oslo da Tom Kvålsvoll (ha suonato con Dødheimsgard, Nocturnal Breed e altri, oltre ad essere un mastering di primo piano, per esempio Emperor, 1349, Ulver ecc.), l’intro e outro sono di Mories (dei Gnaw Their Tongues), altro personaggio non perfettamente comune. Il black metal esasperato da dilatazioni, snaturato da eccentriche e spaventose intenzioni sono l’essenza di “Morinde”.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10