(Punishment 18 Records) secondo full length per i Sardi Alkoholizer, side project messo in piedi nel 2006 da Necromaniac e Darken dei Necromessiah. A differenza del black metal fortemente influenzato dai Motorhead proposto dalla band madre, il sound degli Alkoholizer è orientato verso il thrash metal vecchio stampo, senza disdegnare influenze teutoniche, Destruction in primis, evidenti soprattutto in alcune parti vocali caratterizzate dalle urla stridule tipiche di Schmier, mentre l’attitudine birraiola li rende affini ai tankard. Ma l’influenza principale del combo Sardo è da ricercarsi nei primi Slayer. Thrash metal sparato a mille, quindi, volutamente grezzo e sfrontato, che bada poco alla forma e molto alla sostanza, pur non disdegnando talvolta parti più elaborate, come su “Surfin’ Beer”, pezzo spacca ossa, ma dotato di un riffing dinamico e tecnico. “The Skating Madness” sembra studiata per scatenare l’inferno sotto il palco, una via di mezzo tra “The Toxic Waltz” degli Exodus e “Dittohead” degli Slayer. Talvolta si sentono riferimenti al thrash newyorkese, specialmente nel chorus dell’opener “The Hogmosh – Nozno Strikes Back”, che ricorda i Nuclear Assault di “Handle With Care”. La conclusiva “Stop Hit off the Ghetto – Join the Boar Party!!!” incorpora influenze crossover, con un basso slappato in apertura e un cantato rappato non lontano da quanto proposto dai migliori Suicidal Tendencies. Chiaramente, trattandosi di un album incentrato su sonorità thrash anni ’80, è assurdo aspettarsi innovazioni o chissà quali sorprese, ma questo “Free Beer… Surf’s Up” è un disco onesto, suonato con perizia, e i brani convincono e coinvolgono l’ascoltatore, spingendolo ad un headbanging sfrenato dalla prima all’ultima nota. Perfetto per passare tre quarti d’ora spensierati, ovviamente con una buona scorta di birre a portata di mano!
(Matteo Piotto) Voto: 7,5/10