(Saturnal Records) Dalla Serbia e con più di un decennio di esperienza, gli All My Sins sono finalmente giunti ad un album di debutto. Chiaramente ispirato dal folklore delle terre di origine, il black metal del gruppo trae linfa vitale da tratti veloci e taglienti. Un mix di cattiveria e leggerezza black ‘n’ roll che inizialmente mi ha ricordato i Watain di “Sworn To The Dark”. Il cantato, ispirato e maligno, declama ancestrali idee pagane e occulte, il tutto contornato da riff veramente riusciti e poderosamente power nell’inclinazione. Un disco per la verità molto più epico di tanti lavori che forzatamente vogliono fregiarsi di questo inflazionatissimo termine. Gruppi come i Negura Bunget hanno in sé il potere di mostrare attraverso il black metal le proprie origini, i propri miti popolari, in definitiva… la propria terra. Questo dono è anche in mano agli All My Sins, alfieri di un album ben strutturato, con zero riempitivi e soprattutto forte di una scrittura durata molti anni. Devo arrendermi alla constatazione che per fare buone, no anzi ottime tracce, è necessario tempo. Tanto tempo. Le idee devono nascere e maturare, mutare, evolversi. Resta invece abilità di pochi il saper cogliere il momento ottimale per sublimare questo mutamento in espressione musicare. Black metal quindi, ma non solo. Tradizione, mito, leggenda e sentimento per un lavoro che si avvicina pericolosamente all’idea che ho in testa di black epico. Sublimi, sublimanti.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 9/10