(Elevate Records) Che bella sorpresa (per me, dato che sono attivi da oltre vent’anni) i serbi Alogia! Questo è il sesto disco dei balcanici, il secondo in lingua inglese, ed esce a ben sei anni di distanza dal precedente: breve, compatto, squillante, convincente! La titletrack, dove è ospite nientemeno che Mark Boals, si lancia in una galoppata che mette assieme i Fairyland (soprattutto dei primi dischi) e qualcosa di più prog-eggiante, tipo i vecchi Labyrinth – con in più un finale fra lo shred e l’esotico. Molto bene! Le tastiere di “Eternal Fight” ci portano in piena atmosfera da Stratovarius dell’epoca d’oro, con neoclassicismi che si sprecano; strano dunque che il guest vocalist sia l’arcigno e sempre immenso ‘Ripper’ Owens… “Like a Fire (Electrified)” si sposta su un hard’n’heavy armonioso, dai toni americani, ma con un finale affidato a un dolcissimo violino. Prog quasi puro per l’ariosa “The Calling”, mentre “Visantia” ricorda giustamente, dato che l’ospite è Fabio Lione, i Rhapsody of Fire (c’è anche una sezione in italiano!), per poi nuovamente sorprendere con una frenetica sezione balcanica. Il medio Oriente è protagonista nello strumentale conclusivo “From East to West”, in cui si va dall’Arabia… al lounge, nella chiusa pianistica, in soli tre minuti di sviluppo! Heavy/prog/power, chiamatelo come volete, ma in “Semendria” c’è una freschezza compositiva che si fa invidiare!
(René Urkus) Voto: 8/10