(MRR Records) Intenso. Profondo. Lo stile di Amadeus Awad è caldo, ricco di sentimenti, una sublime miscela di stili che riescono a far convergere ispirazioni occidentali con cultura medio orientale, il tutto con sapienza, carisma, efficacia. Dopo il fantastico “Time Of The Equinox” ed in attesa della pubblicazione della nuova opera “The Book Of Gates” alla quale partecipano diversi ospiti quali Russell Allen, Amanda Sommerville, Timo Tolkki e Kevin Moore, esce inaspettato questo enigmatico EP. Tre pezzi che costituiscono un piccolo concept album pieno di tristezza, malinconia, depressione, in un vortice emozionale che ricorda i Guilt Machine di Lucassen, i recenti Anathema. Un EP dove non manca mai, con la giusta dose, l’impressionante tecnica alla sei corde di Amadeus, un virtuoso pieno di iniziativa, idee, stile e creatività. La storia rinchiusa in questa piccola perla racconta di una donna schizofrenica che tradisce il marito, una donna che accusa la sua malattia per le azioni che compie, portando la coppia verso un viaggio nella coscienza, dove il marito stesso si fa carico delle colpe, un circolo vizioso di sofferenza e disperazione intenzionalmente lasciato senza un finale, senza una soluzione, in quanto la mente non arriva mai a conclusioni, la mente continua ad elaborare, a creare. Ed ad accusare, per poi provare dolore. Scritto in un momento personale intenso per l’artista, “Schizanimus” risulta soft, quasi rilassato musicalmente, mentre le sensazioni espresse, le angosce espresse sono forti, violente, esplosive. La tecnica ed il song writing porta l’inconfondibile marchio di fabbrica dell’artista libanese, e la bellissima “A Song For A Loner” sembra quasi continuare il percorso iniziato con i pezzi di “Time OF The Equinox”. I musicisti che hanno accompagnato Amadeus in questo progetto sono ottimi: Gavin Harrison propone un drumming elaborato, intenso. Dan Veal supporta le complicate idee di Amadeus con linee di basso calde e sempre presenti, mentre Danny Bou Maroun apporta quel tocco di classe con ulteriori tastiere e l’orchestrazione. La voce di Elia Monsef è ricca di passione, gode di un range melodico ampio e riesce a regalare quel tocco in più di malinconia necessario per questo ottimo lavoro. Un EP breve ma dall’ascolto totalmente coinvolgente. I dettagli sonori inclusi, la progressione delle canzoni, la stessa struttura sono tutti elementi fantastici, curati con un livello decisamente maniacale. Amadeus Awad è una garanzia. Un artista lontano dal main stream capace ancora di canalizzare con purezza e autentico entusiasmo le sue emozioni nella musica che scrive. E questo, se mi permettete, dovrebbe essere la condizione essenziale per essere un musicista, per essere un artista.
(Luca Zakk) Voto: 8/10