(Solitude Prod.) Racchiuso fra due rarefatti strumentali basati su pianoforte e tastiere, “Unheard Prayers” è il secondo full-“length” dei russi Amederia, che giunge dopo uno iato piuttosto lungo (sei anni) dal precedente “Sometimes we have Wings”. Siamo di fronte a un disco doom/gothic raffinato e disperato, che non inventa nulla ma sfrutta egregiamente un filone non ancora stanco. Naturalmente i minutaggi sono lunghissimi, e i sei pezzi centrali non scendono mai sotto i sette minuti. La decadente “Who we are” dà il meglio di sé nei rallentamenti a metà pezzo e nella prova intensa del singer Damir Galeev; l’eterea “The Dance of two Swans”, costruita su un ricercato dualismo di voci fra Damir e Guinaz Bagirova, ha forse solo il difetto di essere troppo lunga (sette minuti, a mio giudizio, non si adattano al format di una ballad, sia pur se costruita in crescendo). Teatrale “Angel’s Fall”, che alterna parti recitate in un clean cavernoso (il referente mi sembra sempre il grandissimo Darren J. White) a sprazzi elettrici lenti e plumbei. “Together” sono invece undici minuti che toccano diverse emozioni e mostrano buona capacità di songwriting, indispensabile per tenere desta l’attenzione dell’ascoltatore. Etichette come la Solitude Prod. hanno il merito di aprirci una finestra su scene lontane come quella russa: gli appassionati dovrebbero cogliere l’occasione.
(René Urkus) Voto: 7,5/10