(Atomic Fire Records) Travolge, trascina, cattura il nuovo lavoro degli Amorphis… il quindicesimo album in studio, dopo oltre trent’anni di esistenza… la quale li vede ancora oggi con ancora quattro sesti della formazione risalente a quella dei primi giorni, il lontano 1990. Un album inconfondibilmente firmato con il sangue dalla band, ma con qualche divagazione e libertà stilistica che lo rende strano, provocante: è come se gli Amorphis avessero intensificato la componente prog di alcuni vecchi album, ad esempio quelli a cavallo del cambio di millennio e, contemporaneamente, energizzato quell’incedere più violento di stampo death metal melodico diventato dominante quando arrivò Tomi Joutsen nel 2004… fondendo poi assieme queste due tendenze, queste due dimensioni, ribadendo il marchio di fabbrica ma in un certo senso rinfrescando completamente il sound della band. Subito sognante “Northwards”.. potenza, groove, growl e organi, clean vocals e rabbia. Irresistibile “On The Dark Waters”, brano con un’evoluzione intensa, un equilibrio favoloso ed un ritornello superlativo! C’è dell’elettronica nella carnale e tuonante “The Moon”, sognante, contorta, progressiva, tradizionale e moderna “Windmane”. Ricca di memoria, di tradizione del sound della band la favolosa “A New Land”, drammaticamente epica “When The Gods Came”, traccia con una gran performance di Tomi, non può che catturare ed ipnotizzare “Seven Roads Come Together”. Incisiva “War”, malinconica e ricercata la title track, possente “The Wolf”, prima della conclusiva power ballad “My Name Is Night”. Canzoni maledettamente belle, provocanti, potenti, seducenti… capaci di farsi gustare e giudicare senza dover esser per forza comparate con il passato, ovvero con la lunga storia della band finlandese. Con le orchestrazioni di Francesco Ferrini (Fleshgod Apocalypse… ma non dimentichiamo che lui c’era anche con “Queen of Time”!), i testi di Pekka Kainulainen che questa volta descrivono un mondo nordico di svariate migliaia di anni fa: ecco un altro capitolo, la chiusura di una trilogia. Musica intensa, musica sublime. Sono sempre loro, più intensi che mai, più identificativi di sempre. Questi sono i veri Amorphis!
(Luca Zakk) Voto: 9/10