(Nuclear Blast Records) A tre anni da “Under The Red Cloud”, trovo conferme. Quando parlai del precedente album (qui), non solo confessai una nostalgia per un certo periodo della band finlandese, ma ammisi che qualcosa era successo, che un certo feeling era tornato. Adoro confermare la mie sensazioni, adoro le emozioni ed i sogni concretizzati da questa tredicesima release! Il vocalist incrementa ulteriormente il lato passionale, il quale propone fantastici clean, alternati con intelligenza a possenti growl. Ma un caleidoscopio di guest (sassofono in primis), il coro (novità in casa Amorphis), female vocals ed una impostazione che attinge dal folk, ma anche dal prog, rende questo nuovo lavoro -quasi senza dubbio- il miglior album in assoluto con Tomi Joutsen al microfono. “The Bee” apre e subito si salta nel passato degli Amorphis, anche se c’è un aura nuova, fresca, progressiva arricchita da quei componenti corali; il legame con l’epoca di album come “Tuonela” o “Am Universum” è impattante, sconvolgente e sembra dare un senso di rinascita alla band (che per l’occasione riassume il bassista storico Olli-Pekka Laine). Trionfo epico con “Message In The Amber”, brano con equilibrio intenso tra growl e clean, ed una componente vocale stupefacente, senza dimenticare una parentesi modern-folk molto efficace. Classica e proggy “Daughter of Hate”, brano con un groove eccitante. Altro salto indietro nel tempo con “Wrong Direction”, brano con una parentesi heavy folk possente e pomposa. Maestosa e ricca di spunti vintage rock l’ottima “Heart of the Giant”, pungente e ispirata a Morricone la bellissima “We Accursed”, catchy “Grain of Sand”. Gusto gotico con “Amongst Stars”, prima della conclusiva ed intelligentemente variegata “Pyres On The Coast”. Dopo anni di percorsi contorti, cercando di recuperare la mistica dei primi capitoli, gli Amorphis tornano, e tornano per davvero. “Queen Of Time” non è un altro album. “Queen Of Time” è un ritorno alle origini; non parlo delle origini musicali, stilistiche o strettamente creative. Parlo di origini dell’essenza. Di radici della spiritualità. Parlo di un senso di magia che, con questo album, viene spinto ai massimi livelli grazie a composizioni impegnate, suoni curati, strumenti e voci aggiuntive indovinate. Aspettavo questo momento… probabilmente dal 2003!
(Luca Zakk) Voto: 9,5/10