(Inverse Records) I finlandesi Amoth danno alle stampe il secondo full-length “Revenge”, terzo prodotto nel complesso di una carriera che dura da dieci anni. E per il valore della musica proposta, siamo sulla media Inverse Records: “Revenge” è uno di quegli album che portano dentro, indipendentemente dal genere (qui è il prog), la propria radicale matrice scandinava. Il disco inizia con la breve “Die young”, frenetica, a tratti quasi dissonante, con un egregio lavoro del batterista Oskari Viljanen. Più d’atmosfera, e con molta più melodia, “Shadow of the Beast”, maggiormente legata a una concezione classica della struttura-brano; estremamente cangiante “Tattered Wings”, che nei passaggi lenti giunge a ricordare i vecchi System of a Down. Non perfette, anzi direi addirittura un po’ sgraziate, le linee vocali della ballad “Children of the Night”; la titletrack conclusiva è costruita tutta su interessanti quanto frenetici andirivieni. Non un prodotto che potrà sfondare in Europa, ma musica onesta.
(René Urkus) Voto: 7/10