(Massacre Records) A sei anni da “Tortura Macabra” e il suo umorismo dai risvolti dark e gore nei testi, gli Amputate immaginano un mondo dove le macchine diventano senzienti e le conseguenze non sono positive. “Dawn Of Annihilation” è questo scenario raccontato attraverso il death metal suonato nella maniera più estrema possibile. Sia con risvolti brutal che con accelerazioni dove i blast beat diventano tellurici e spietati; gli Amputate tratteggiano dunque un profondo atto di estremismo musicale. Death metal e parzialmente il blackened death metal sono gli stili portanti e non mancano occasionali distorsioni che rievocano i primi marcescenti atti della scuola svedese, nonché gli estremismi del death metal e blackened di matrice polacca, in più i Morbid Angel, i Deicide e così via. C’è il retaggio di diverse componenti dell’universo death metal dei due lati dell’oceano, però si apprezza come i portoghesi abbiano ben pressato il tutto e costruito qualcosa di univoco. Qualcosa dove le influenze sono nello sfondo, nel dettaglio, mentre i quattro musicisti erigono questo monumento di estremismo dai tratti dinamici ma spietati. Tom Kuzmic, voce e chitarra, tira fuori un growl animalesco ma collaborano anche Nuno Santos, l’altro chitarrista, e Roger Skozit, basso, alle linee vocali, inserendo registri in scream. Max Grinder completa il tutto con la sua padronanza alla batteria, fornendo furiosi tappetti ritmici. Voce e basso sono elementi nuovi nelal formazione, i quali però hanno apportato contributi. Sensibile poi quello di Tom Kuzmic. Rispettato a “Tortura Macabra” in “Dawn Of Annihilation” i solismi delle chitarre pur presenti, entrano in azione in maniera dosata, distribuiti nell’insieme con attenzione, senza essere obbligatoriamente fulmini improvvisi e laceranti come nel precedente album.

(Alberto Vitale) Voto: 9/10