(Wickerman Recordings) Una forma primordiale di post-black metal che instaura sensazioni piene di sofferenza ed ansia, un costante incubo, un costante tormento. Le nove traccie di questo di questo quinto lavoro confermano la creatività della band olandese la quale materializza un’atmosfera a cavallo tra il soffocamento ed il sogno, grazie ad un abbinamento di suoni crudi, linee vocali deteriorate e un gusto melodico marcato, in grado di enfatizzare una malinconica spinta emozionale. Incrocio tra il post rock ed i suoni estremi con la title track posta in apertura. Intelligente convergenza di suoni su “Converging Towards the Light”, mentre siamo quasi alle porte del rock moderno con “A New Form of Stillnes” che non nasconde certe ispirazioni che troviamo nel passato della band. Fantastica l’atmosfera di “Only Skin”, complesso e avvincente lo svolgimento di “When Night Leaves Again”, lacerante e depressiva “She’s Drawning Mountains”. “Endless Skies” e “Gleam” sono molto ben riuscite ed integrano sonorità crude con momenti digitali, synth e ambient, dando luogo a degli accostamenti sonori assolutamente fantastici. Forse questo disco non toccherà i livelli dell’acclamata produzione precedente, ma è anche vero che “The Long Goodbye” è un’opera complessa, da scoprire con molti ascolti successivi. Ascolti che riveleranno le contorte strade musicali seguite, che offriranno nuove sensazioni, forti emozioni, mantenendo solido quell’alone di mistero che ha sempre circondato la band.
(Luca Zakk) Voto: 7,5/10