(Eclipse Records) Con Anna Khristenko al microfono, una buona voce, gli Ana si presentano con questo EP per illustrare in maniera estesa la loro proposta symphonic/gothic metal. Di taglio moderno, estremamente melodico, resta però appunto tale, un symphonic metal fabbricato a Melbourne e non necessariamente influenzato da quanto si ascolta in Europa. Gli australiani si avvalgono di tastiere non canoniche, con suoni a volte più levigati, in altre meno incisivi oppure eccessivamente enfatizzati. Sono di Matt Williamson, l’elemento più giovane della band. Ci sono un po’ di assoli, di Josh Mak, ex Cynation, che si lancia anche in proposte in stile rock nelle fasi soliste. Anna Khristenko in più occasioni presenta un cantato molto docile, leggero che farebbe venire in mente del pop. Il contorno musicale in effetti è stemperato, esistono infatti passaggi metal e altri che lo son di meno, un aspetto che rende onore a questa giovane formazione che cerca soluzioni diverse dal solito. Tuttavia in fatto di produzione “The Art of Letting Go” vede gli equilibri sonori a tratti compromessi: si pensi a “Scars” che è una bella canzone ma la chitarra viene nascosta e le tastiere sbragano del tutto! “The Art of Letting Go” è stato registrato e mixato da Chris Themelco ai Monolith Studios e masterizzato da Thomas ‘Plec’ Johansson del The Panic Room Studio. Insomma roba trattata da professionisti. L’opener “I’m Not the One” non sempre si presenta con il canonico impianto di tastiere che prendono la scena e chitarre che le subiscono. Un tocco gothic si presenta in “Ouoboros”, con più momenti interessanti ma l’arrangiamento è meno solido del previsto a causa anche di tastiere un po’ grossolane nelle sonorità. “Sirens” parte dolce e piena di pathos, la Khristenko se la cava benissimo, il riff che irrompe è solido, le orchestrazioni restano a sottolineare la linea vocale lasciandole il giusto spazio. “Moth” anch’essa inizia con toni dimessi, melensi, poi aumenta in vigore e insieme all’opener rappresenta uno dei momenti migliori dell’EP. Ana puntano a soluzioni symphonic, gothic e con inserzioni pop-rok, certamente pensano in grande, con soluzioni cinematic in qualche caso e probabilmente migliorando certi suoni e con un lavoro più accorto all’arrangiamento e forse al mixaggio, la band offrirà un metal fruibile e variegato.
(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10