(Icarus Music/Gates Of Hell Records) A volte duole ammetterlo, ma sono anche i colpi di fortuna a determinare la carriera di una formazione. Se solo questi peruviani fossero stati notati in tempi meno sospetti dalla Century Media ora avremmo con molta probabilità loro al posto dei Cannibal Corpse. Ma non tutto il male viene per nuocere, visto che nei liquami del grind underground uno può fare esattamente ciò che vuole senza scomodare censure od ottusi meccanismi commerciali. Mettiamo subito le cose in chiaro. L’ultima opera degli Anal Vomit è il loro migliore lavoro per freschezza dei suoni, la qualità media delle composizioni e per l’esecuzione tecnica. Peccato davvero per una produzione non all’altezza del platter, ma il grind è anche questo. Nove tracce una più becera e truculenta dell’altra: doppia cassa come se piovesse, riff spezzacollo, delirio del basso e voce da assicurarsi un girone dell’inferno ben vicino al maligno e al suo trono. I primi tre brani (la terza traccia con tanto di scatarrata del cantante in presa diretta) valgono da sole l’acquisto. Splendidamente osceni.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 8,5/10