(Gaphals) Tra tutti i sottogeneri della musica chiamata “estrema”, forse lo stoner è la vera bestia nera. Tanto semplice da suonare ed eseguire quanto difficile da comporre. Si perché signori, la matematica è tutto fuorché un’opinione. E minori sono le tonalità e i suoni utilizzati, maggiore è la difficoltà nel centrare l’atmosfera giusta. Se a questo aggiungiamo la considerazione che lo stoner vive di atmosfera, si può ben capire quanto delicata sia una recensione di un gruppo che si cimenti con tal genere. Quindi gli Anchor hanno superato l’esame? Diciamo che parti dell’album sembrano andare nella direzione giusta (“Distance” su tutte), mentre altre tracce proprio non hanno imboccato la retta via. Passione e competenza non mancano di certo al combo, ma c’è la sensazione che permea tutto l’album per cui alcune cose funzionano, altre no. Probabilmente la cosa più sensata era estrapolare dalla session metà tracce e produrre un EP davvero buono piuttosto che un LP che sulla lunga distanza lascia più interdetti che altro. Dondolanti.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 7/10