(Pure Steel Records) Chi non conosce la Strana Officina si alzi e se ne vada, non ho tempo da perdere con voi; a tutti gli altri non devo certo presentare “Bud” Ancillotti, uno dei più grandi cantanti heavy metal italiani di sempre. Forse prendendo proprio spunto dalla rinascita della Strana, basata come è noto sulla seconda generazione di musicisti della dinastia Cappanera, chiama a sé il fratello bassista Bid, il figlio batterista Brian, e mette su una formazione su base familiare – il che giustifica naturalmente anche il monicker scelto. Si può facilmente immaginare come il disco, seguito dell’interessante ep di due anni fa, si riveli la fiera del metallo classico, ma senza mai essere scontato o banale, data la caratura dei personaggi coinvolti. “Bang your Head” si apre con un countdown e poi prosegue con il meglio dell’heavy italian sound: non solo Strana Officina, ma anche Rain, Crying Steel e compagnia sferragliante. Al solidissimo (e bellissimo) carrarmato di heavy metal rock che si chiama “Victims of the Future” si contrappone la più scanzonata “Monkey”, mentre “Liar” è il pià classico degli inni muscolari. “Warrior” è ancora più tirata, poi la conclusiva “Sunrise” è un pezzo decisamente strano: le tre parti di cui è composta non sembrano totalmente armonizzate fra di loro, e l’effetto finale appare un po’ dissonante. A parte questa piccola défaillance, un disco di assoluto valore che entusiasmerà tutti i defenders d’Italia e d’Europa!
(Renato de Filippis) Voto: 7,5/10