(Massacre Records) La cantante degli Imperia – ex Sahara Dust cioè il nucleo originario degli Epica, nonché ex Trail Of Tears – si ripresenta con un album solista con il soave nome di Angel, impressionando decisamente per quanto ha registrato. La norvegese Helena Iren Michaelsen si rivela magistrale in questo album vario e con testi che toccano direttamente la sua personalità ed esperienze di vita. “A Woman’s Diary – Chapter II” è una vesta gamma di cose, una spaziatura artistica, musicale in questo caso, accattivante e in certi momenti ‘poetica’. Difficile dimenticare la struggente, maestosa e sensibile “Never Again”, i toni calmi e intensi di “I Don’t Believe” oppure quelli impetuosi e neo-symphonic di “Imprisooned”, nonostante sia forse la canzone meno invitante del lotto ma probabilmente sconta anche il fatto che la sua artefatta maestosità anticipa la seguente, ottima e riflessiva nonché docile “Do Yo Hear My Cry” oppure la sottilissima e delicata “Eg Ser”. Tredici pezzi che tengono su l’intensità dell’attenzione e non da meno il piacere dell’ascolto. Per certi aspetti questo è quasi un album di altri tempi, al contempo è qualcosa che raccoglie hard rock, AOR, power rock e addirittura con toni da world music, come per “My Desire”. Sono poco oltre cinquanta minuti e Angel tocca più corde, più piani, soluzioni, idee, aspirazioni… Un album comodo perché ci si mette lì ad ascoltarlo e prende per mano, trasportando via su linee immaginarie e emozionali che per altri sono difficili da toccare. “Silence” è tra i migliori esempi di questo trasporto. Si intitola “A Woman’s Diary – Chapter II” perché è di fatto il diario di Helena Iren Michaelsen, dunque canzoni che ruotano su fatti personali, listati in maniera analitica ed emozionale, oltremodo sincera e per una terapeutica analisi che diventa arte musicale. Capitolo secondo, seguito di un precedente album di quindici anni fa. Intanto Angel è cresciuta quanto la sua vita e ulteriori pagine del diario sono state scritte.
(Alberto Vitale) Voto: 8,5/10