(EarMusic) Se provo a pensare a quanti anni sono passati da “Angels cry” mi sento quasi male… da allora, negli Angra è cambiato quasi tutto. Il singer è adesso Fabio Lione, come tutti sanno, e con l’abbandono di Kiko Loureiro (che comunque ha collaborato in modo fattivo alla realizzazione di questo nono album) l’unico membro originario è rimasto Rafael Bittencourt. Ma anche se il tempo corre, il sound dei brasiliani è sempre sufficientemente individuabile. “Ømni” è un concept futuristico che vuole anzitutto celebrare presente e passato della band, che si immagina interconnessa e stabile al di là delle superficiali mutazioni. “Light of Trascendence” è una ottima opener dal riff glorioso e dall’incedere trionfale; “Travellers of Time” mescola, come da tradizione dei brasiliani, drums tribali con funambolismi prog, mentre è trionfale il refrain di “Insania”. “The Bottom of my Soul” è una ballad dalle atmosfere potenti, un brano larger than life ottimamente interpretato da Rafael, mentre la fusion fra ethnica e progressive raggiunge forse il suo culmine in “Caveman”. A variegare il quadro sonoro, “Always more” è una ballad rock dai toni solari e positivi; oltre otto minuti per l’imperiosa suite “Silence inside”, che si divide fra chitarre acustiche e passaggi orchestrali di grande impatto. Chiudono il concept i cinque minuti orchestrali e strumentali di “Infinite Nothing”. In una carriera che, per chi scrive, ha conosciuto molti ‘alti’ e un paio di occasionali scivoloni, “Ømni” è un buon disco: non un capolavoro assoluto, ma una prova di classe.
(René Urkus) Voto: 7,5/10