(Despotz Records) I danesi Angstskríg sono una band nascosta dall’anonimato, un duo il quale, in questo album di debutto, ospita una vasta gamma di amici molto noti sulla scena. Tra loro, infatti, Attila Vörös (Strength of Will, ex Týr, ex Satyricon, ex Nevermore), Frédéric Leclércq (Kreator, Sinsaenum, ex DragonForce), Mathias Lillmåns (…and Oceans, ex Finntroll), Tomas Elofsson (Sanctification, Berzerker Legion, ex God Among Insects) e Sylvain Coudret (Soilwork). Debutto a parte, la verità è che la band esiste da molto tempo, ma è solo che ora ha deciso di dar seguito ad idee, ispirazioni, teorie, materializzando questo ‘gioco di ombre’, un album black, anzi black’n’roll, comunque ricco di aperture stilistiche ben più ampie, le quali danno vita ad un disco tanto variegato quanto godibile, tanto potente quanto oscuro. Imponente la title track (con chitarra di Attila Vörös): un groove caotico, destabilizzante, asfissiante, capace di inglobare un assolo di alta qualità. Catchy “Uhygge”, con quel riff esaltante, quella teatralità incalzante, quelle tastiere subdole e quell’aura black’n’roll travolgente; il brano divaga anche grazie ad un bellissimo intermezzo: pianoforte, chitarre distorte lontane, voce clean, il tutto come prova di quella variabilità sonora decisamente geniale. Drammatica ma anche melodica e sognante “Lad Paladserne Brænde”, una traccia che strizza l’occhio a teorie epiche, che gioca con un riff crudele esposto in una vasta gamma di varianti. C’è Frédéric Leclércq sull’irriverente “Lucifer Kalder”, un brano diretto, schietto, spietato, con brevi spunti doom ed un assolo molto thrashy. Stupenda “Slæbt Gennem Sølet” (feat Mathias Lillmåns e Tomas Elofsson): un’aura minacciosa trasmessa da quel riff marziale, decisamente doomy, il quale porta lontano, attraverso le vocals rabbiose e l’irresistibile clean corale che emerge dal nulla evocando generi musicali più legati al gothic. In chiusura la favolosa “Knæfald” (con Sylvain Coudret), pezzo ricco di headbanging, capace di passare da riff pulsanti ad accelerazioni irriverenti, dando anche spazio ad un assolo decisamente di ispirazione virtuosa. Album tumultuoso. Un ascolto tanto gustoso quanto tormentato: gli Angstskríg assaltano con furia ma coccolano con intensità e profondità atmosferica, e questo traguardo riescono ad ottenerlo mescolando intelligentemente black, rock’n’roll, death metal, prog e pure qualsivoglia cosa di matrice alternativa che passi loro per la testa!
(Luca Zakk) Voto: 8/10