(Blood Fire Death) Secondo album per Ankhar, giovane formazione proveniente dal versante Basco della Spagna, attiva dal 2012. I titoli ed i testi dei brani sono in lingua Basca, quindi non mi è possibile avere un’idea chiara degli argomenti trattati in essi. Musicalmente ci troviamo di fronte ad un ottimo thrash metal, influenzato principalmente dagli Exodus per quanto riguarda il riffing e la costruzione degli assoli, dimostrando ottime doti tecniche, come si può notare nella strumentale “Zuahitzik Gabeko Basoaren Negarra”. La furia esecutiva ricorda i primi Sodom e i migliori Slayer, con pezzi corti e concisi; ad esclusione della citata song strumentale, che supera i sei minuti di durata, si mantengono infatti tutti sotto i cinque minuti, risultando così estremamente diretti ed intensi, evitando divagazioni che avrebbero appesantito il tutto. Ne è una dimostrazione “Itzalak”, brano conclusivo di questo lavoro: poco più di due minuti di furia belluina, tra Slayer e The Haunted, con riffs velocissimi sostenuti da un drumming terremotante, mentre la voce di Ibon Telleria ricorda quella di Max Cavalera, piena di rabbia ed aggressività. Un album che riprende il thrash del passato, rielaborandolo sapientemente in chiave più moderna, grazie anche all’ottima produzione, davvero potente e ben definita.
(Matteo Piotto) Voto: 7,5/10