(Silver Lining Music / Neverland Music Inc.) Jeff Waters ha fondato la band a metà degli anni ’80, sfornando album dal 1989. Sono dunque passati decenni e la discografia della band, che ha subito un’incalcolabile serie di cambiamenti in seno alla line up, è ormai cospicua. Diciassettesimo album “Ballistic, Sadistic” e di buon livello, come del resto potremmo bollare così l’intera produzione degli Annihilator, pur con i pochi momenti di ‘stanchezza’ che capitano a chiunque, però sostanzialmente Jeff Waters e gli altri sono da sempre dei killer, dei maniaci ed esaltati esecutori di un thrash dai riflessi prog-technical. Con ancora una volta il chitarrista canadese alla voce, il riffing di “Balistic, Sadistic” traccia pienamente quanto gli Annihilator abbiano fatto sia agli esordi che negli ultimi anni. Il songwriting vede una buona dose di concezioni vecchio stampo, altre molto più vicine agli ultimi Annihilator. In un certo senso Jeff Waters con “Ballistic, Sadistic” da una parte potrebbe avere riciclato quanto già fatto, dall’altra ha portato tutto a un livello ulteriore. Potrebbe essere questo un modo azzardato di leggere le intenzioni di quanto hanno registrato gli Annihilator, ma in fin dei conti resterà un punto di vista, uno dei tanti, quanto quello che ogni fan della band valuterà ascoltando l’album. In “Ballistic, Sadistic” è tutto preciso, veloce, funambolico nella giusta misura in termini di esecuzione. Tuttavia riemerge anche qualcosa di noto, come per esempio ascoltando “Psycho Ward” che ritorna alla mente qualcosa alla “Stonewall” dall’album “Never Neverland” del 1990. Una somiglianza anche scontata, pur riconoscendo però che l’evolvere del pezzo e soprattutto dalla sua seconda metà in poi, si avvia verso ben altre direzioni. “The End Of The Lie” sembra contenere una grossa porzione di riff già usati nel primo album “Alice In Hell”, pur con un susseguirsi impeccabile e travolgente. Ad ogni modo se il riffing di Jeff Waters e soci, oltre al modo di strutturare i pezzi, potrebbe rievocare grandi momenti della band già uditi in passato, è quanto meno onesto riconoscere agli stessi una genuina capacità di suonare del thrash tecnico, prog nella sua maniera di esserlo, offrendo momenti melodicamente trascinanti, come “Lip Service” che è un vintage carico di melodia, e soluzioni sbalorditive, come lo sono in tal senso quelle del songwriting di “One Wrong Move”. Si potrà sempre fare il peso a ogni lavoro degli Annihilator, ma sarà sempre difficile giudicare male un album dei canadesi e anche questa volta è così. “Ballistic, Sadistic” è vario, triturante ed elettrizzante come spesso sono riusciti ad essere precedenti album della band.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10