(Black Widow Records) Un album davvero heavy, ma borchiato di quell’effetto vintage ben espresso, registrato, suonato con intenzioni anche prog. Brano avvincente “Huperborea”, qualcosa che ingloba world music, psichedelia, sperimentazione e un tocco dal tono cinematografico. Sono 15′ in tre sezioni di assoluta libertà stilistica e di musica concretamente imprevedibile. Il riffing dei romani Anno Mundi anche in questo quarto album è ispirato dai Black Sabbath, forse in una certa misura anche dagli Uriah Heep visto come l’organo entra in simbiosi nelle varie situazioni. Con “Land of Legends” si parla di un hard rock pari a un macigno, con aperture ariose, impreviste. Punte di eleganza, con “Hyperway to Knowhere”, dove le maglie della composizione sono dilatate e inattese nel loro evolversi e con fare condizionato dal jazz-blues. “Female Revenge” è la dimostrazione che questa band crea progressione e avvicendamenti tra le parti dei pezzi, cinque in tutto, che danno il loro meglio sulla lunga distanza. Anno Mundi è la coesione di elementi provenienti da i Martiria, il cantante Federico Giuntoli, Ingranaggi Della Valle, Mattia Liberati, tastiera, e Flavio Gonnellini, basso; oltre a Gianluca Livi, batteria e Alessio Secondini Morelli, chitarra, Anno Mundi accolgono ospiti come Renato Gasparini degli Agorà ed anche Alessandro Milana, Francesca Luce e Domenico Dente. Nella versione CD di “Land of Legends” anche sei pezzi aggiuntivi estratti dal precedente album “Rock in a Danger Zone” il quale è stato pubblicato nella sola versione vinile. Ottimi spunti questi ultimi per confrontare l’affinamento del songwriting, capire come il sound sia meno oscuro con “Land of Legends” e quanto gli Anno Mundi siano molto più inclini ora al prog.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10