(Metal Mind Records) Strano paese la Polonia. Produce grandi artisti e li manda in giro per il mondo. Ha un underground iperattivo, ha stili musicali che ormai sono quasi brands nazionali… e talvolta se ne esce con progetti assurdi e quasi estremi. E’ il caso di questi Anti Tank Nun, al secondo album, i quali sono l’unione del passato e del futuro. Perché dico questo? Semplice: la band è un’idea creata da due artisti. Il primo è Titus, classe ’67, front man e bassista della thrash/metal band Polacca Acid Drinkers, con all’attivo oltre una dozzina di album, in giro dalla seconda metà degli anni ’80. Il passato dunque, l’esperienza, trent’anni di rock, personaggio vissuto. Il secondo è Igor “Iggy” Gwadera, un chitarrista molto in gamba che ha solo… quindici anni! Decisamente il futuro! Il risultato è alquanto divertente, e sotto il profilo della mattonata sonora non ha paura di nulla e di nessuno. Le dieci tracce sono sporche e pesanti. Il genere è un metal cattivo e grintoso, che spazia attraverso ispirazioni prese da Black Sabbath, Ozzy, Black Label Society, Lion’s Share, Motorhead. Non è un album originale o particolare, ma la sua carica energetica è travolgente, e quei riff pieni di grinta sono un’assoluta goduria, mentre il cantato di Titus è rozzo, grezzo, sudicio, divertente come non mai. “Sake Crazy” è fuori di testa. “Hurricane Kazz” ha quel feeling blues irresistibile, così come la poderosa “Under The Big Black Tent”. Pesante come il piombo “Iron Midget”, spericolata “Canal Street” con il suo metallo levigato e tagliente. Melodica e coinvolgente “That One Who’s Good…”, dove il ragazzo dimostra di saperci fare, considerata anche la tenera età (totalmente illegale… immaginate le groupies pazzesco!), e di avere una grinta mostruosa. Album divertentissimo, ricco seppur semplice. Immediato, schietto, da sparare a tutto volume senza alcun tipo di pietà.
(Luca Zakk) Voto: 7/10