(Selfmadegod Rec.) Forse sono i gusti di chi scrivere a venire fuori, ma questo ultimo album degli Antigama meriterebbe già per la sola “Out Beyond”. “The Insolent” si sposta di poco dalla solita forma sonora della band polacca. Meno caos, sperimentazione ridotta e dunque qualcosa di più concreto in questo sviluppo sonoro. Però “Out Beyond” è un’escursione nella psichedelia, elettronica, space ambient, progressive, metal… Insomma, un universo sonoro. Una grande dimensione. Settimo album in quindici anni, oltre a una valanga di EP e split con mezzo mondo, per un sound che con il tempo si muove sempre nel metal estremo, oscillando tra grindcore, death, crust, post industrial e ogni tipo di sfumatura d’elettronica. Alienazione e conflitto che convivono nel sound degli Antigama, di nuovo tra di noi e sempre attuali. Esplosivi in “Eraser”, dove ricordano gli ultimi Ministry, e poi “The Land of Monotony”, ultima composizione dell’album di oltre sette minuti che arriva a riassumere ogni codice di stile presente in “The Insolent”. Queste tre canzoni citate sono appunto la coda finale di questo lavoro. “Reward or Punishment” esplode in apertura, per quello che sembra un grindcore-black metal che estremizza gli ultimi Mayhem o gli ultimi Behemoth. Gli ultimi, le ultime cose, il sound estremo di oggi, ma che lo è per davvero. Tritato, imbottito di irruenza e probabilmente di aggiustamenti in studio e grazie ai computer, ma che alla fine suona sincero nella sua estrema rabbia. Composizione brevi in apertura: meno di due minuti, poco più di due e poi tre e così a salire. Appunto una marea che monta, un crescendo furioso che si espande nello spazio di questo album.
(Alberto Vitale) Voto: 7/10